Il Bukaniere for Dummies - Guida pratica per i non pre-cariati.

Pubblicato da Bukaniere

Riassunto delle puntate precedenti (ovvero: Il Bukaniere for Dummies - Guida pratica per i non pre-cariati).

Per chi non m'avesse già conosciuto nel mio precedente blog, riassumo un pò la mia storia.

Tirato su a suon di "chi semina raccoglie" e "studia, studia, studia, se no ti mando a fare il garzone del salumiere!", strumenti educativi molto illuminati, in uso nell'800 ed ancora tenuti in vita da mio padre negli anni '70 del '900 (periodo in cui ho vissuto la mia prima decade di vita), mi ritrovai un giorno per una selva oscura, col titolo di "dottò", sudato alla facoltà di Economia e Commercio... Non ero in corso, non avevo avuto il massimo dei voti, ma ero perfettamente in media, sia nella prima che nella seconda circostanza.

E la vita, beffarda, crudele e sadica in quel caso, ha voluto che mio padre - la persona per la quale non avevo buttato via la metà degli esami fatti, quando mi accorsi di aver sbagliato tutto iscrivendomi a quella facoltà - stesse per andarsene proprio quando dovevo ancora sostenere l'ultimo esame, il più difficile di tutti: "Diritto Commerciale", la bestia nera per i laureati in economia.

Ma ce la feci in una dannata lotta contro il tempo e contro il cancro: riuscii a superare l'esame (con l'aiuto di un grande professore e del suo collaboratore che ricorderò per sempre nelle mie preghiere, e che mi sostennero nella preparazione dell'esame), a trovarmi la tesi più stupida e rapida possibile (Pomodori San Marzano Bio-tech) e dare l'ultima soddisfazione a quel poverino di mio padre che nel frattempo, s'era consumato come una candela. I diciotto mesi più atroci della mia vita e ovviamente, della sua, ma anche la mia più grande soddisfazione di sempre.

Tuttavia non sapevo ancora cosa mi sarei dovuto aspettare oltre e soprattutto che il "pezzo di carta" nel frattempo, tale era diventato realmente.

E dire che le prime avvisaglie dovevo intuirle quasi subito: un tempo ai laureati veniva consegnato un diplomone formato gigante, su carta pregiata (pergamena) e con fregi d'oro (quello di mio fratello, per esempio).

A me rifilarono un A3 tipo "Fabriano-economico", stampato con una fetentissima Inkjet, con su il disegno di un'aquila... Tanto da farlo assomigliare molto ad un diploma per corrispondenza della "Scuolaja Radjio Elettrojaka" di Tirana.

Il mio più grande difetto nei primi anni della mia vita (diciamo dai 10 ai 18-19) è stato quello di essere troppo "eclettico" ed interessato a tutto o quasi. Spaziavo dall'arte alle costruzioni, dal design industriale (esattamente volevo diventare un novello Giugiaro o Pininfarina) alla biotecnologia, alle lingue (amavo l'inglese) al tutto e di più... Col risultato di non specializzarmi in nulla di preciso nè di sapere cosa fare "da grande". Sapevo solo che non ero un grande matematico, anche se l'uso della matematica, per esempio, nella programmazione di un computer, non mi risultava tanto ostico quanto la matematica presa nella sua pura astrattezza.
Odiavo il latino perchè la mia prof me lo fece odiare, e per questo scartai le materie umanistiche (anche se sognavo anche di diventare uno scrittore) ma per il resto, una cosa valeva un pò l'altra.

Sapevo inoltre che mi piaceva tutto ciò che richiedesse creatività... Ma ingegneria era troppo poco creativa e piena di matematica, architettura - a detta dei prof. del liceo - era una "fabbrica di disoccupati", medicina l'aveva scelta mio fratello, e non amavo troppo vedere le persone smembrate e malate, giurisprudenza l'aveva scelta mia sorella, ma era troppo monotematica, quindi?

Quindi, ecco... Date queste premesse, col senno di poi, ad uno che mi dicesse di essere così e cosà come ero io direi: "fai di tutto, ma lascia stare economia!!!"... Ecco, io mi ci iscrissi. All'epoca, si diceva, "Economia apre tutte le porte"...

Ci sono diciannovenni che si drogano, ci sono diciannovennni che spacciano, ci sono diciannovenni che si prostituiscono, ci sono diciannovenni che uccidono e rubano, io semplicemente, scelsi un'altra strada altrettanto devastante per una vita umana: la laurea in economia.

E che dire... Se studiando capii che la ragioneria era una vera schifezza (così come i prof che la insegnavano ed uno dei tanti libri di testo, un mattone di 1500 pagine che richiedeva la versione in prosa e la traduzione dall'Italiano del '700), che l'economia era persino una materia divertente (Scambieresti un salamino piccante per una porzione extra di nutella? Se non hai vomitato è perchè anche tu hai studiato Microeconomia sul Varian), il diritto era una figata, ma palloso da imparare a memoria, e del marketing poi... Mi ci innamorai letteralmente, e con esso della pubblicità, lo sfogo creativo che cercavo.

E che dire che insomma provai ad entrare in quel "dorato mondo".

E nel frattempo, mentre finivo gli studi, già che non avevo le idee troppo confuse, mi iscrissi anche ad una scuola di fumetto ed illustrazione diventando pure illustratore (il disegno, altra mia passione).

Provai, superato (si fa per dire) il trauma della morte di mio padre, a lasciare una madre depressa e una città deprimente e partii per Milano, su invito di un grande pubblicitario milanese, quello del "Silenzio, parla Agnesi" che aveva molto apprezzato la mia lettera di presentazione.

Ma c'era la crisi (era il 2000 e sì, già questa parola era in voga!) perchè internet aveva decimato il fatturato delle agenzie. Avevo trent'anni e per i "milanesi" ero un vecchio già con un piede nel fallimento, soprattutto se avessi voluto allora intraprendere una carriera da creativo. Dopo un mesetto di tentativi, tornai con la coda tra le gambe a casa.

Tutti mi dicevano "sei laureato in economia, lavora in banca o diventa venditore".
Una, due, tre, quattro, millemila volte mi fu ripetuto questo: "vai a lavorare in banca, chi aspetti?" Allora dissi "tutto, ma VENDITORE NON LO SARO' MAI!!!"

Nel frattempo avevo avuto le prime esperienze lavorative, ovviamente come precario, con contrattini di Schiavitù a progetto, nei settori più disparati (e/o disperati).

Ed un giorno stufo di vedermi rimbalzare i miei CV, mandati ormai a pacchetti di mille a chiunque avesse una casella di posta elettronica o non, decisi di tornare a "approfondire la mia preparazione" cercando di conseguire un "Master", la moda del momento.

Scartati quelli migliori (perchè costavano un botto di soldi che non avevo) e siccome avevo sentito per millemila volte "lavora in banca", mi iscrissi ad un Master in Management Bancario tenuto da un centro studi truffaldino di Bari (mi adescarono con una falsa borsa di studio), ribattezzato subito dopo la prima lezione in aula "Mannaggiament bancario".

Ovviamente, per ovvi motivi semantici e logici (poi vi dirò perchè), l'organizzatore venne presto ribattezzato: Dr. Bidone.


4 commenti:

NataForseIeri ha detto...

Sono iscritta ad una facoltà completamente diversa, ma leggere certe cose scoraggia... soprattutto quando vengono da menti brillanti che dovrebbero essere valutate per ciò che valgono! Ma perché in Italia questo non succede e prevalgono sempre soltanto i cretini? O i raccomandati?
Mi viene voglia di laurearmi nel 2023 e bivaccare mantenuta dauìi genitori nel frattempo... :)
Hum, meglio di no sennò chi se la scolla di dosso mia madre? :)))))
Coraggio Bukaniere! ;)

Luce ha detto...

Bukaniere finalmente ho trovato il nuovo blog!!!
purtoppo quando ho iniziato a seguirti stavi proprio per chiudere il vecchio...
beh spero che questi duri molto di più...sarebbe ingiusto e disonesto se ti costringessero a cambiare di nuovo!
In bocca al lupo e complimenti, sei davvero bravo!
A presto!!
ciao
Luce

Bukaniere ha detto...

NFI: purtroppo questa è la storia di molti della mia generazione, ma spero che per te sia diverso.
Del resto, i Navy Seals americani (un corpo di elite della marina) vengono addestrati con vere e proprie torture tra le quali, cercarsi il cibo nei bidoni della spazzatura. Dopo queste esperienze, nulla ti spaventa più di tanto.

@Luce: ciao e bentrovata! Questa volta non mollo!!! :))) (e grazie!!!! :) )

Barbarella ha detto...

E io ti ho trovato lo stesso pure senza pvt, pappappero :-P
Ciao Buk! ^.^

Barb.

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