PAROLE & NUMERI

Pubblicato da Bukaniere

Da qualche tempo a questa parte, noto che il mio linguaggio si è impoverito.
E' come se al mio vocabolario fossero state sottratte delle pagine. 
Ogni giorno scopro che mi manca qualche parola che magari prima mi arrivava nel posto giusto e al moento giusto. 
La consecutio delle mie frasi tende tristemente all'indicativo presente. 
Anche la scelta dei sinonimi talvolta è povera e non sempre le parole che fuoriescono dalla mia bocca, sono quelle che vorrei pronunciare, suonando come la stridula nota fuoriposto del violinista principiante.
"Affluenza", "Afflusso" per esempio, erano le due parole che cercavo l'altro giorno. 
Ed erano finite chissà come, nascoste sotto una coltre di polvere, nei cassetti di legno macero del mio cervello.
"C'è stata un'affluenza modesta" oppure "Mi aspettavo un maggiore afflusso di clienti".
Ma chissà se erano proprio quelle le parole che stavo cercando.
Dapprima è saltata fuori un'intrusa: "Frequentazione". 
Frequentazione? E che c'azzecchi tu? Ecco, ora comincio a capire... Mi stò DiPietrizzando... Ma del resto, quando nel panorama politico non trovi altro, allora non resta che DiPietrizzarti. Ed anche il tuo vocabolario ne risente.
Ma torniamo a noi.
"Frequentazione" è saltata fuori come il pupazzo a molla dalla scatola, ma non era proprio quella giusta. "Affollamento", peggio che peggio! Immaginate quant'era brutto "C'è stato un modesto affollamento di clienti"?
Eppure qualcosa di "modesto" c'era. Poca gente, pochi clienti.
E così, dovendo manifestare il mio disappunto per una manifestazione che aveva visto uno scarso afflusso di clienti, sono rimasto a bocca aperta...
Temo che siano le "cattive" compagnie che - mio malgrado - devo frequentare proprio per lavoro.
L'ambiente della vendita è davvero per la maggior parte dei casi, qualcosa di deprimente: c'è poco da dire e quel pò che si dice, sono prevalentemente numeri, cifre, percentuali, trend.
Eccheduepalle! Consentitemi!
Ci siamo impoveriti davvero colleghi cari! 
E non è solo perchè il trend del fatturato è calato di tot punti percentuali e di conseguenza, sono venuti a calare anche i profitti personali. 
No, è che non sappiamo più parlare d'altro! 
Solo numeri, numeri, numeri.
Non ci confrontiamo sulle nostre esperienze od opinioni, ma ci pesiamo solo per i numeri che produciamo.

Ma no cari miei, mentre voi parlate di numeri anche quando discutete di calcio (l'unico argomento che sembra rianimarvi), portando avanti discorsi sulla "media inglese" e sulla "zona Champion's", io preferisco starmene in disparte.
Io non sono un numero. Non mi potete descrivere con un numero. Non potete pensare che io sia i numeri che produco.Quelli sono il risultato di una storia. Di una vita. E francamente, non ho alcuna intenzione di condividerla con chi non capisce altro che numeri.
Produrre, produrre,  produrre, generare numeri. E' che siete stati programmati con un'unica matrice a variabili numeriche, io invece sono multidimensionale: non possiamo mai "prenderci".

No, io voglio essere ancora capace di altro: le mie sinapsi secernono anche lettere, immagini, suoni, colori, sapori. Magari non più come prima, ma pur sempre cercano, si sforzano, di farlo.

Non sono decisamente descrivibile con una variabile numerica unidimensionale. Non sono un numero, potenziale generatore di altri numeri. 

E questo anche se, o nonostante il fatto che, il mio vocabolario sia diventato un pò polveroso e le tarme abbiano rosicchiato qualche parola più o meno ricercata. 


Ecco, sento di nuovo l'afflusso o l'affluenza, la convergenza e l'adunanza, l'affollamento e la gazzarra delle parole e dei pensieri che si combinano, si contorcono, si delineano e convergono verso le mie dita e si trasformano in parole! W LE PAROLE!!!

Intercettazioni cacofoniche

Pubblicato da Bukaniere

Al telefono, alcuni giorni addietro.
Boss A: ...Ma te lo ricordi quel cliente dove andasti quella volta? Quello che stà vicino casa di tua madre... Quello che ti chiese tutti quegli sconti?
Io: Sì che me lo ricordo, quello scassapatz...
Boss A: Sì, sì... Lo scassapatz... che a momenti gli dovevi dare tu qualcosa oltre alla merce... Bè, ti cercava. Ha chiamato in azienda, e loro gli hanno dato il mio numero. Mi ha chiesto perchè non sei più andato da lui...
Io: Bè, non avendo più quelle condizioni... Che ci andavo a fare? Quello non compra senza sconto.
Boss A: Eh lo so... Ma se ti trovi in zona, vacci. Hai visto mai?
Io: Vabbè, se capita, lo vado a salutare, anche se so che è tempo perso.
Boss A: Sì, vacci solo a tempo perso, però se ti capita, vai...

Qualche giorno dopo.

Boss A: Ma lo sai chi ha richiamato?
Io: Chi?
Boss A: lo Scassapatz dell'altro giorno... Ti vuole proprio vedere... Vacci se capita.
Io: Bè, in settimana prossima vado dall'altro cliente che si trova in zona, A.S., e se avanza tempo passo anche da lui... Ma tanto...

Stamattina vado a trovare Scassapatz.

Ciao, sono il rappresentante della Ditta X
S: Ueeeeè!!! E io ti cercavo... Ma perchè non sei più passato?
Io: Bè, l'ho saputo... Scusami, ma non avevamo più quelle offerte che a te piacevano, sai, solo prezzi di listino o sconti per ordini di un certo valore...
S: Ma noooo, lo so che le condizioni non sono più quelle... Ma che fà? Vuoi vedere che qualcosa non lo posso comprare??? Dai su, allora lo possiamo guardare questo catalogo?
Io: con piacere! A tua disposizione, ma guarda, che i prezzi sono alti...

Mezz'oretta dopo e dopo aver sfogliato velocemente il catalogo con vari "E a che prezzo la dovrei vendere questa penna? Ma non c'è un pò di sconto? Ma costano troppo!!!"

Abbiamo convenuto che:
a) I miei prezzi di listino non erano adatti a lui;
b) Forse forse se non ero più passato... Un motivo VALIDO c'era... ;)

Ma comunque non ti dimenticare di me eh? Se hai di nuovo quelle offerte...

Cerrrrrto!!!! Come no!!! Non mancherò (o almeno spero!).

Dov'eravamo rimasti?

Pubblicato da Bukaniere

Quanta polvere qui... Meno male che ho messo i teli sui mobili... Qualche ragno... Qualche scarrafone che si è perso, ma per il resto, tutto a posto...

Quasi quasi do una ripulitina e torno a viverci... Che dite?

Aeroporco...

Pubblicato da Bukaniere


Buone feste ed arrivederci a presto!

Pubblicato da Bukaniere


Il chietiemmortament, ovvero il Mannaggiament dei "morti"...

Pubblicato da Bukaniere


Un  venerdì qualunque di un "normale giorno di recessione" nel "sesto paese" per Pil (evidentemente  un Pil incarnito) del mondo.


Buk: Buongiorno Sig.ra T
Sig.ra T: Ahhh.... Buongiorno Bukaniere, stiamo chiudendo, jà, faccimm ambress'!

Avevo appuntamento con la Sig.ra T ed ero puntualissimo, ma ormai conosco la Sig.ra T, non ti fà mai fare il tuo lavoro con calma, perchè ha sempre altro di "più importante" da fare, ma ormai c'ho fatto il callo e non mi sono scomposto.
Sig.ra T: Allò, avevate detto che c'avevate Snoopy?
Buk: Sì, ecco qua (e tiro fuori dalla postina, una paio di campioni della nuova linea scolastica con Snoopy. Glieli passo ed intanto apro il catalogo per mostrarle il resto della collezione).
Sig.ra T: Ah, e chest'è??? Tutto qua?
- E nel frattempo continua a sfogliare il catalogo con le altri linee.
Sig.ra T: Ah, Chest' è muort, chest'è muort e chest'ato pure è muorto! Ma avete tutti morti dentro a questo catalogo? (in gergo tecnico, si definisce "morto" un prodotto che non tira più). 
E mi ha restituito il catalogo.

Avendo liquidato in 30" un'azienda per la quale mi ha fatto aspettare una settimana per l'appuntamento, le ho risposto:
"Signò, e quelle erano le linee per Allouìn"
Lei mi guarda con gli occhi a "?" e mi dice: 
Sig.ra T "Ma comm? Allouìn? E je nun aggio visto i simboli e Allouìn? Arò stevn' e zucche???"


Signò - faccio io - come dove stavano? L'avete detto voi che erano tutte le "linee coi morti" e quello Alluìn è la festa dei morti...


Sig.ra T Ahhhh, avete fatto a' battuta?


Eh Signò, stavo pazziann'.
Mi ha guardato un pò di sbieco ma poi mi ha chiesto "e pò?"



E siamo passati oltre. Per fortuna, almeno i biglietti d'auguri di un'altra azienda, erano ancora privi dei "morti" di chi gl'è morto...

 

Gioventù bruciata (e adulti da bruciare)...

Pubblicato da Bukaniere


Cartoleria della Napoli "benissimo" gestita da due bravissime e capaci donne in un pomeriggio qualunque della settimana.
Sto mostrando uno dei miei cataloghi e sono interrotto spesso da ragazzine, perlopiù accompagnate dalla madre o dal padre, che entrano per comprare articoli da decoupage.
Alla terza interruzione chiedo chiarimenti alla titolare del negozio, incuriosito dal fatto che delle giovanissime, anzichè lo zainetto di High School Musical o qualche altra "amenità", cercassero articoli più indicati per donne di un'età più adulta.

Acquistano gli articoli per il progetto natalizio di una vicina scuola media. Un "lavoretto" che viene a costare almeno 30 euro a ragazzino/a. - mi fà la titolare del negozio.


Ma non è troppo presto per il "lavoretto di Natale"? Chiedo io

"No, queste sono solo le prove, il lavoretto lo faranno più in là e poi faranno un'asta di beneficienza alla quale - si presume - i genitori vorranno ricomprare i le "opere" dei propri pargoli - promessa del futuro de noantri - ad un prezzo maggiorato. 
Totale? Una barca di soldi, fatti spendere da delle professoresse che evidentemente sanno che i genitori sono "gatte da pelare" e li pelano a dovere.

In quella entra una madre tutta vestita firmata da capo a piedi, come la panchina di una stazione e con figlia tredicenne, non da meno, al seguito.
La madre ci presenta la figlia come se, invece che in cartoleria, si trovasse sul "red carpet" di Cannes e la figlia richiede:

"Allora! Praticamente... Uhm, la professoressa eh... Ci ha chiesto di comprare un cosoooo.... Ma una forma che ha... tipo con un cuore... E' un coso tipo quadrato e c'ha una forma particolare..."

Che forma? Le chiede la titolare del negozio.

"Una formaaaaa, che uno ci fa le cose coi cosiii... Insomma è fatta a forma di cosoooo..."

Ma sai dirmi almeno il nome della professoressa?

"Boh! E chi se la ricorda"! Risatina di gusto e sguardo d'intesa tra mamma e figlia.

Sguardo di "pacienza" invece, tra me e la titolare.

Ma è la Sig.ra X? La Sig.ra Y? La Z?

No, è che boh... C'ha gli occhi storti...

Ah - la titolare afferra al volo - è la Professoressa Z allora.

"Si chiama Z?" - fà la giovane promessa di Villa Certosina - "Boh! C'ha gli occhi storti però..."

La madre interviene - "Ah, allora è vero che ha gli occhi storti?" Come se avesse saputo che la Prof. non è poi degna della sua bellissima ed intelligentissima erede.

"Ma allora, torniamo a noi..." - fà la titolare del negozio - "che cosa ti serviva?"

Interrompo quello "sperpetuo" dicendo:

"Partiamo da questo: a che ti serve questo 'coso' ?"

E lei:

"Ehmm.... Uhm... Come posso spiegare, serve, perchè è una forma di coso, quadrato, ma anche non, che uno lo usa per farci dei cosi..."

La collega, contitolare del negozio, prima che noi si metta le mani al collo della fanciulla e le si fracassi il capino vuoto ma fresco di parrucchiere sul bancone, si porta via madre e figlia e le conduce nella saletta dove sono esposti gli oggetti per decoupage.

La titolare del negozio mi fà:
"Marò Francè, se fosse figlia mia... " e con le mani fà il gesto di tirarle il collo "ma che te ne fai di un essere così inutile?"


Convengo con lei che anch'io nutrivo la stessa pulsione omicida e le dico: "guarda, sarà una frase fatta, ma il frutto cade sempre vicino all'albero".


Dopo un minuto arriva una mamma con due bambini piangenti: anzi, una piangeva perchè voleva chissà cosa, l'altro strepitava.


La titolare: 


"Erode, dove sei!"

La madre: "Eh eh eh! Marò.... C'ha proprio ragione"


Io: "lo dovrebbero fare santo qell'uomo!"


Risata di massa.

Mamma ro'cartolaio!!!

Pubblicato da Bukaniere


Per lavoro, mi capita prevalentemente di frequentare cartolerie e librerie.
Dopo un paio di anni di esperienza, dopo un inizio part-time ed ora, con una frequentazione più assidua, comincio ad identificare delle "tipologie" di clienti, alcune delle quali, più problematiche da trattare rispetto ad altre.

Il particolare ed inscindibile binomio di cui vi parlo oggi, è questo : madre iperanziana e *cazzimmosa (*cattiva, che non si fà passare una mosca per il naso) e figlio allocco. 
Più il figlio è grande di età, e più allocco è. E più allocco è il figlio, più vorrebbe comprare, ma avendo paura dell'ira funesta della madre - invece di mano molto "tirata" ed arcigna - si trattiene al punto da fare ordini risibili e sempre, quasi costantemente, delle figuracce impensabili per pochi, miserabili spiccioli.


Fu così il caso della madre di un cliente, che mi chiamò incazzata come una jena affamata, perchè non le avevo ben specificato che la consegna della merce, prevedeva anche il pagamento delle spese di trasporto (per la cifra di ben 3 euro!!!) ed in tal modo avevo "offeso e tradito" la fiducia in me riposta, dal pargolo trent'enne.
Ovviamente, dopo aver capito di cosa si trattava - riuscirono a farmi ben 4 telefonate mentre ero in autostrada, intento a non perdermi nei dintorni del Beneventano e mentre ero da un altro cliente - e che il problema non nasceva da un mio errore, ma dalla loro avarizia ed incompetenza, li "pregai" vivamente di non farsi più vivi.


Oggi invece è stato il turno della madre di un noto libraio napoletano.
Il figlio - ovviamente - non si è fatto trovare all'appuntamento, mi ha lasciato il pagamento di un sospeso, e la "bella sorpresa" di trovare l'anziana e arcigna madre, che pretendeva di fare un altro reso.


Quando le ho spiegato che la merce della cartoleria, a differenza dei libri che sono in conto vendita, non prevede diritto di resa, si è inalberata ed ha tuonato contro le aziende, le cartolerie come concorrenti, la cartoleria come specie merceologica, i santi, gli arcangeli, i serafini ed i cherubini!
Le ho detto col ghigno di Humphrey Bogart 
"E' il rischio di impresa bellezza (bellezza mò...) e tu non puoi farci niente!" (vabbè, le avrei detto così se fossi stato Bogart e se si fosse trattato di stampa... Ma più o meno il senso era quello.)



E me ne sono andato, trascinandomi il mio trolley-camper ed esclamando tra me e me "Mamma ro' cartolaio!!!"


L'autunno che non c'è più.

Pubblicato da Bukaniere



Non c'è più l'autunno della mia infanzia.
Ricordo, il muro dell'aula dipinto come se fosse stato un prato, con le applicazioni cambiate per ogni stagione. Ad ottobre, quando ricominciava la scuola, c'erano i ricci con le castagne, le foglie dorate cadute, gli alberi spogli.
Dalla finestra, un raggio di sole anch'esso dorato e tiepido illuminava ancora l'aula, ma senza abbagliarci.
Sui banchi, pastelli, pennarelli, la penna, la matita, la righetta, in ordine nei portapastelli colorati. Quaderni appena appena iniziati, con su le strisce dei fumetti, il sussidiario aperto alle prime pagine, la maestra che ci spiegava la lezione.

All'uscita, i miei genitori che mi venivano a prendere insieme quando facevo il turno di pomeriggio. Per la strada, i profumi delle castagne arrosto, delle primizie: arancie e mandarini, il buio che arrivava prima, le luci dei negozi, la gente indaffarata. Quando soffiava il vento, arrivava persino l'odore della campagna, quella campagna così vicina, ma ormai un ricordo perso nell'oblio del tempo, soffocata dal cemento abusivo colato ovunque ci fosse un metro quadro libero.
Amavo l'autunno.
Adesso che l'autunno non c'è più, adesso che si passa dal caldo estivo, con l'afa che ancora oggi, in pieno ottobre, ci opprime, direttamente agli strani inverni, con passaggi sempre più bruschi, l'autunno mi soffoca.
Mi soffoca la mancanza di luce, il giorno che si accorcia sempre di più. Non sopporto più il pensare al ciclo che si chiude nuovamente nell'inverno. Come se le stagioni fossero occasioni perse, che passano via senza che io sia riuscito a fare nulla.
Del resto si usa dire, quando una persona conta i propri anni "ho raggiunto le 'tot' primavere", mai "i tot autunni" o "inverni"...


Vabbè, questo post sulle "mezze stagioni che non ci sono più", vale meno di zero, meno di una foglia secca caduta in agosto anzichè in ottobre, perchè anche lei confusa come me dal tempo che cambia e che passa, inesorabile.

Oh, vabbè, le "paturnie" vanno messe nero su bianco, in modo da farle fuoriuscire e da liberarsene.


Tra qualche ora mi aspetta un impegno di lavoro e devo indossare il sorriso delle grandi occasioni.


Buon weekend.




I miei pazzi...

Pubblicato da Bukaniere


Ridente località turistica del napoletano, una delle poche ancora amata da Inglesi e Tedeschi al punto, da farti sentire tu uno straniero in mezzo a loro.

Piazza principale, bel negozietto di "tutt'unpò", tra l'edicola, la cartoleria, la libreria, il negozio scuola, di gadget ed i giocattoli.

Mi affaccio all'ingresso e vedo la proprietaria intenta a metter ordine.
La saluto e lei mi risponde molto cordialmente:  

"Uè ciaaaaao!!! Stavo pensando proprio a te l'altro giorno, mi sono domandata 'ma com'è che non si fà più vivo'?"

Penso: calda accoglienza, ordine fatto... Su 4 aziende da proporre... Qualcosa ci esce.

Ritorno con i miei quindici trolley di cataloghi e campioni e lei mi fà con tono meno cordiale di prima: "ma sei stato tu a vendermi questi calendari? Ce l'ho tutti sullo stomaco!" (io ne ho di simili in catalogo, ma di altra azienda che tra l'altro ho da pochissimo, quindi, matematico che non sono stato io).
Qualcuno glieli aveva venduti senza spiegarle che non c'era diritto di reso, mentre per i miei sì...
Insomma, impiego una buona mezz'ora per farla calmare e farla passare da: "Ci metterei una mano sul fuoco che sei stato tu, ricordo PERFETTAMENTE le parole che mi hai detto. Mi hai detto 'poi TU li puoi rendere..." al "vabbè, non sei stato tu! Ti credo!!!"



Per farlo, le ho dovuto ripetere che era impossibile le due ragioni, non da poco: l'azienda dei suoi calendari non è tra le mie rappresentate e quella che ha prodotti simili, è nelle mie "disponibilità" da troppo poco tempo".


Ad un certo punto, ragionando da sola fà "No, ma poi tu mi dai del 'lei'... Allora non sei stato tu..."


Ecco! Era mezz'ora che ci provavo a spiegarglielo! :)


Insomma... Proseguo la tentata vendita...


Apro il gigamegasupercatalogo di biglietti augurali: le si illumina il viso! "quanto sono belli, e come li ho venduti bene... Li ho finiti quasi tutti..."


Ora a queste parole, un cliente con sale in zucca, ripete un ordine. Magari meno consistente del primo per non saturare la clientela, ma squadra vincente non si cambia.


Invece mi chiude il catalogo di scatto e mi fà: torna quando ci sono novità, io le cose che ho venduto bene, non le ricompro mai! Sono fatta così.


Nel frattempo nel negozio era entrata una sua amica, una specie di maschione tra il santone e la mistica... E ribadisce "Sì, lei è fatta così!"


Ultima chance: la supernuova azienda che fà zaini, zainetti, borse per la scolastica ed il tempo libero. Davvero bei prodotti, prezzi bassi, personaggi pubblicizzati da Sky e desiderati da bambini e teen-ager e quantità di acquisto libera... E' impossibile che mi dirà di no.


Faccio a tempo a mostrarle la postina che ho adottato personalmente come borsa da lavoro e lei, ricambiando nuovamente espressione mi fà:
"non aprire proprio il catalogo, non perdere altro tempo! Non mi piace! E' una mia sensazione - mi fà mettendo il palmo della mano in avanti e guardando in terra, come se avesse avuto una visione catastrofica - e io seguo SOLO le mie sensazioni, e... Non sbaglio MAI!


La lesbo-mistica ribadisce: "Francè, è fatta così! Non te la prendere! Oggi è grigio fuori e dentro..." e ammicca.


La ringrazio, riposo le mie cose nei trolley-camper e auguro loro una buona giornata nonostante il buco nell'acqua, e me ne vado sghignazzando tra me e me... 

"E' fatta così... E' fatta na chiavica!!!" :)