L'autunno che non c'è più.

Pubblicato da Bukaniere



Non c'è più l'autunno della mia infanzia.
Ricordo, il muro dell'aula dipinto come se fosse stato un prato, con le applicazioni cambiate per ogni stagione. Ad ottobre, quando ricominciava la scuola, c'erano i ricci con le castagne, le foglie dorate cadute, gli alberi spogli.
Dalla finestra, un raggio di sole anch'esso dorato e tiepido illuminava ancora l'aula, ma senza abbagliarci.
Sui banchi, pastelli, pennarelli, la penna, la matita, la righetta, in ordine nei portapastelli colorati. Quaderni appena appena iniziati, con su le strisce dei fumetti, il sussidiario aperto alle prime pagine, la maestra che ci spiegava la lezione.

All'uscita, i miei genitori che mi venivano a prendere insieme quando facevo il turno di pomeriggio. Per la strada, i profumi delle castagne arrosto, delle primizie: arancie e mandarini, il buio che arrivava prima, le luci dei negozi, la gente indaffarata. Quando soffiava il vento, arrivava persino l'odore della campagna, quella campagna così vicina, ma ormai un ricordo perso nell'oblio del tempo, soffocata dal cemento abusivo colato ovunque ci fosse un metro quadro libero.
Amavo l'autunno.
Adesso che l'autunno non c'è più, adesso che si passa dal caldo estivo, con l'afa che ancora oggi, in pieno ottobre, ci opprime, direttamente agli strani inverni, con passaggi sempre più bruschi, l'autunno mi soffoca.
Mi soffoca la mancanza di luce, il giorno che si accorcia sempre di più. Non sopporto più il pensare al ciclo che si chiude nuovamente nell'inverno. Come se le stagioni fossero occasioni perse, che passano via senza che io sia riuscito a fare nulla.
Del resto si usa dire, quando una persona conta i propri anni "ho raggiunto le 'tot' primavere", mai "i tot autunni" o "inverni"...


Vabbè, questo post sulle "mezze stagioni che non ci sono più", vale meno di zero, meno di una foglia secca caduta in agosto anzichè in ottobre, perchè anche lei confusa come me dal tempo che cambia e che passa, inesorabile.

Oh, vabbè, le "paturnie" vanno messe nero su bianco, in modo da farle fuoriuscire e da liberarsene.


Tra qualche ora mi aspetta un impegno di lavoro e devo indossare il sorriso delle grandi occasioni.


Buon weekend.




3 commenti:

@enio ha detto...

non c'è più quell'autunno purtroppo perchè allora si aveva 12 o tredici anni e si vedevano le cose con altri occhi. Io spesso faccio passaggiate fuori città e quei colori, quei profumi e quelle sensazioni le provo ancora... sarà perchè invecchiando (62anni) si torna un pò bambini... chissà!

jeneregretterien ha detto...

dove abito ora le stagioni non si capiscono. Le uniche piante che vedo sono quelle del mio balcone. Invece l'altra casa aveva il giardino e le stagioni le potevi rincorrere ogni volta. La vite americana in autunno splendeva in tutte le gradazioni del rosso e le tartarughe andavano in letargo nella loro casetta. C'era anche un grande albero che crescendo non ci faceva più veder il mare, era un'acacia gigantesca e di tanto in tanto premeditavamo iniezioni di acido nelle radici.
In primavera si copriva di fiori bianchi ed era uno spettacolo.

Rosy ha detto...

tutto cambia quando si cresce. La prospettiva è diversa e tutto si trasforma. E poi, se non si è sereni, tutto ci sembra grigio. Coraggio. un abbraccio!

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